venerdì 10 ottobre 2014

Fino a che punto si deve fare la mamma?

Qualche giorno fa mi trovavo in un noto ospedale della città in cui vivo.
Eravamo un gruppo di persone alle quali era stato dato un appuntamento telefonico per effettuare una serie di analisi ed una visita medica per effettuare un successivo day hospital.
Il gruppo era molto variegato. 
Noi donne eravamo in maggioranza tutte tra un'età compresa tra i 16 ed i 70 anni. Figlie e mamme. 
Figlie accompagnate da madri e madri accompagnate da figli.
C'erano tre donne anziane accompagnate due da un figlio maschio ed una da una figlia femmina cinquantina, minigonna e stivali messi bene in vista.
I figli maschi avevano un atteggiamento di premura e soprattutto di grande rispetto nei confronti delle madri anziane che vivevano con ansia l'attesa che la circostanza richiedeva.
Si sostituivano nel disbrigo burocratico della faccenda e guardavano con attenzione che nessuno approfittasse della disattenzione delle vecchine per superare la fila che si era composta. Atteggiamento assolutamente adeguato al luogo e alla situazione.
Chi sembrava proprio fuori luogo era la signora cinquantina in ghingheri... ma non tanto per l'abbigliamento, quanto allo stato di estrema sofferenza che dimostrava nell'essere costretta a quella trafila, in quel luogo.
La madre anziana, minuta, con grandi occhiali spessi ed una sciarpa che le copriva le spalle perchè l'aria condizionata le sembrava troppo forte. Una vecchina che consumava nell'attesa un pacco di crakers sbriciolati e che ripuliva attentamente il vestito ed il sedile su cui era seduta.
Aspettava il suo turno in silenzio, senza arrecare alcun fastidio ai presenti e soprattutto alla figlia che era impegnata con il suo smartphone a consultare social network, messaggiare e parlare con amiche del fatto che stesse trascorrendo l'intera mattinata in ospedale....
Poi è arrivato il mio turno ed ho distolto ogni pensiero su quella "amorevole" figlia.
Quando sono uscita la suddetta signora era nuovamente alle prese con una conversazione telefonica ad alta voce e la sua mamma accanto, in doveroso silenzio, braccia conserte e sguardo perso nel vuoto....
Che stesse pensando a cosa avrebbe voluto dire alla figlia sconsiderata? Che volesse esplodere dicendole che, oltre ad essere una grande ineducata a parlare in quel modo in quell'ambulatorio, fosse anche una figlia poco comprensiva e piena di se'?
Ancora oggi penso a quella vecchina. Le auguro che la visita sia andata bene e che non abbia più bisogno che la figlia l'accompagni ancora. Le auguro di godere di buona salute e di non dover mai più rientrare in un ospedale.
Ma soprattutto mi auguro che sua figlia non abbia bisogno di nessuno. Ho capito dalle conversazioni che anche lei ha una figlia femmina. Mi auguro che non riceva lo stesso trattamento.... o forse se lo meriterebbe....
Ma sono una mamma e non posso essere cattiva fino a questo punto.....




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